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La cinquantenne fanciullina

Ci sono molte persone che diventando grandi, secondo le convenzioni sociali, perdono la propria naturalezza, la spontaneità e si impegnano a controllare con attenzione l’espressione dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, che – si sa – sono sconvenienti, segni di debolezza e immaturità. L’età insegna loro ad essere cauti e guardinghi, rigidi e severi, poco inclini a slanci ed esternazioni. Certo, alcuni sono segnati da esperienze drammatiche, portano cicatrici inguaribili ed è normale che si proteggano. Ma io sto parlando in generale di chi, crescendo, va via via annegando la propria fanciullezza nei problemi (che ciascuno ha) della vita quotidiana.

L’altra categoria di persone (che raduna pochissimi membri) è composta da me e da quelli come me, che non sono cresciuti mai, mica sempre per scelta, ma proprio per predisposizione naturale. Noi il “fanciullino” dentro, non l’abbiamo ammazzato, anzi e proprio per questo abbiamo i nostri problemi ad essere accettati. Ogni tanto l’eccessiva esuberanza, la risata sempre pronta, l’entusiasmo, il sorriso ovunque, il look giovane paiono troppo, quasi una sfida o – secondo quelli dell’altro gruppo – una dimostrazione di superficialità. Ma vi assicuro che è molta più sfidante vivere da fanciulli nel mondo dei grandi, che il contrario. Molto più difficile vivere la leggerezza, che fare corsi di meditazione.

Io, poi, esagero. E mi diverto pure a provocare, sia chiaro che c’è consapevolezza in questo. La Natura mi ha regalato una taglia “petite”, che mi permette di comprare anche nei negozi 0-12 e mi conserva pimpante ed estrosa, nonostante il passare degli anni. Certo, potrei darmi una regolata, ma io proprio non riesco a vedermi diversamente. Da quando sono uscita dal mondo del lavoro aziendale (e anche lì non ero di certo abbigliata in tailleur e collana di perle), ho dato ancora più espressione ad un look che piace anche alle compagne di scuola dei miei figli! Per me è un vanto, di più una gioia. Ovvio che però qui parte la diatriba: faccio bene o faccio male? E’ giusto vestirsi con capi e accessori divertenti e colorati anche a 50 anni o bisogna essere più rispettose delle regole del bon-ton?

L’altro giorno su Instagram, dove ho provocatoriamente pubblicato una mia foto in minigonna (quella qui sopra), sono stata bonariamente reguardita da una simpatica amica che mi dice che alla nostra età dobbiamo puntare su altro per essere seducenti e di lasciare alle ventenni l’ostentazione dell’inutilità, perché tanto non ne usciremmo vincenti. Caspita, ci ho pensato su bene. Ma io alla fine che male fo’? Sono la prima giudice di me stessa, non voglio essere ridicola, è solo questo il limite. Ma se certe cose me le posso ancora permettere e nei luoghi adatti, ovviamente? Madame Macron mi pare allineata su questo punto e alla fine fa quello che le pare. Figurati se non lo posso fare io e chi come me ha lo spirito per farlo, amiche mie!

Tanto io la mia vecchiaia la trascorrerò in Costa Azzurra, dove andrò in giro come una pazza, tutta cappelli, volants e fiori. Lì come a New York sono abituati agli eccentrici e non ci farà caso nessuno a come sarò conciata io. Ma vuoi mettere il divertimento??? Almeno quello! Vestirsi per me è divertirmi, andare in scena, in questo mi sento molto artista. Inventare il mio stile è l’espressione della mia creatività e della mia gioia di vivere: don’t blame me!

  

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